lunedì 13 luglio 2015


Il periodo che va dal 1853, primo importante esordio per il Giorza, fino al 1860 ( anno del debutto dell’ opera “Corrado console di Milano”, vede evolversi in maniera positiva il futuro del nostro giovane musicista milanese
Di successo in successo, vediamo un debutto continuo e frequente dei balli da lui musicati, sia al teatro alla Scala che in altri più o meno famosi
Dopo la buona riuscita dimostrata con le tante repliche del balletto “Shakespeare o Il sogno di una notte d’ estate”, andrà sulle scene, nel 1856, “Il Conte di Montecristo”
Quest’ ultimo, rappresentato quasi contemporaneamente sia alla Scala che alla Fenice di Venezia, si dimostrò un grandioso successo, ed ottenne fortuna anche al San Carlo di Napoli con il nome di Edmondo Dantes
La fama del compositore ormai cominciava ad estendersi in tutta la penisola e, probabilmente, le sue musiche brillanti suscitavano entusiasmo su entusiasmo
Altri, quali “La Giuocoliera”, “Il biricchino di Parigi”, ”Rodolfo” ed “Il pontoniere”, messi in scena nel giro di due anni circa, la dicevano lunga sulla popolarità che il maestro stesso godeva nel pubblico amante della musica danzata

Alla Fenice di Venezia, i suoi balli furono sovente accoppiati , nello stesso giorno ad opere di Giuseppe Verdi e, probabilmente il Giorza, memore di quei successi, potrebbe essersi ispirato alla città lagunare  per comporre la sua seconda opera “ Alba Barozzi “

Potrebbe essere accaduto così, dato che nel 1884, anno in cui fu stampato il libretto dell’ “Alba” con parole del Ghislanzoni, il nostro compositore decise di ambientare l’ opera lirica nella Venezia trecentesca

Per ciò che riguarda l’ammirazione per la città dei dogi, val la pena di ricordare alcuni abbinamenti dei suoi balletti con drammi lirici del compositore parmense, quali Lucilla con TraviataLa Giocoliera con Il TrovatoreSimon Boccanegra con I bianchi e Neri e Il Nabucco con Madamigella di lavallière, tanto per citarne alcuni…

In questo caso, il suo melodramma mai eseguito, potrebbe diventare il suo vero testamento musicale da lasciare ai posteri, nella speranza che potesse essere rappresentato in sua memoria, come cercheremo di fare…

Le sue musiche per danza, brillanti, con polke e valzer effervescenti venivano stampate da editori come Francesco Lucca e, così, potevano essere suonate a piacimento nelle famiglie italiane, rallegrandone i componenti

Milano era la vera meta sognata dai più importanti italiani che vedevano, nel teatro alla Scala il culmine massimo del trionfo, il luogo apice della carriera per poi avere trionfi in Parigi, Londra e Vienna
Il nostro giovane Paolo, sentiva pulsare in sé, un forte sentimento di italianità che probabilmente avrebbe desiderato proporre in altri paesi, maturando così un desiderio che non si sarebbe mai spento…


Da quella lontana e piccola Desio, desiderava, come tutti i giovani di allora, conoscere e viaggiare per il mondo, portando seco i valori ed i meriti del proprio paese…

Non avrebbe mai immaginato, come accadde poi, di divenire uno dei compositori italiani che emigrarono di più, per offrire i suoi servigi anche come direttore d’ orchestra, pianista ed organista di successo…

Ritornando alle sue musiche per ballo, ricorderemo la sua première al Teatro Riccardi di Bergamo, oggi chiamato Donizetti, agosto 1858, “l’ultimo abencerragio” con coreografia di Luigi Bretin, con Efisio Catte, in concomitanza con La ripresa della “Lucia di Lammermoor”
Anche Trieste nel suo teatro Grande, oggi rinominato Verdi,  con il ballo Florina (coreografo Palmerini)ebbe modo di tributare al Giorza un buon successo nella stagione di Carnevale 1858 – 59

Alla Pergola di Firenze, nella stagione di carnevale 1858 – 59 andava in scena il romantico “fior di Maria” con la celebre Taglioni, rielaborato sul romanzo I Misteri di Parigi di Eugenio Sue

Le sue musiche di danza venivano ormai rappresentati frequentemente ed il nome del compositore era sempre più altisonante ; andare a vedere una delle sue opere era come recarsi al Parco di Vienna per ascoltare la musica degli Strauss…

Anche nella città ducale per eccellenza, Parma,  i suoi balli venivano rappresentati  con  assiduità serale quali “ I bianchi e i negri” “il Giocatore”, “il Conte di Montecristo”, durante la stagione invernale

Parma era la città che aveva dato i natali a Ferdinando Paer, la capitale del Ducato ed una delle più popolose comunità urbane dell’ Emilia di allora, la stessa regione che aveva annoverato fra i suoi figli illustri il grande Giuseppe Verdi, genio assoluto del melodramma

Il teatro Regio, piccolo rispetto alla Scala, ma degno di una tradizione di melomani intenditori ed amanti della vera musica, tributava successi al nostro giovane compositore milanese quasi fosse una piccola Vienna
Dunque, le sue brillanti composizioni, conquistavano gli animi e gli umori in maniera del tutto positiva…
Chi era questo Giorza che accalorava gli animi del pubblico nelle sale dei più famosi teatri di allora ? Era, come lo definì un critico di allora, sulla Gazzetta musicale di Milano, lo Strauss italiano ?
Probabilmente si, e lo stanno a dimostrare i suoi lunghi valzer, quali questo Blumen aus italien (Fiori dall’ Italia) che la dice lunga sul desiderio di trasmettere il carattere musicale del nostro paese all’ estero  (ho lo spartito completo e potremmo inserirlo, sono circa 8 pagine interessanti)
Suonandolo, sembra di offrire agli ascoltatori un mazzo di fiori variopinto circondato dall’ alone di bellezza  e di profumi che emanano le meraviglie e la gentilezza dell’ Italia, quasi fosse un concerto di Capo d’ anno donato al mondo intero…

Che dire del suo Costantinopoli, omaggio alla civiltà euroasiatica, forse nella speranza di unire i popoli di un continente all’ altro…
L’ anima vera del Giorza, si trasmette al popolo italiano con le sue musiche ispirate a Garibaldi, a Cavour, a Vittorio Emanuele e con la sua famosa “ quadriglia all’ antica” con cui conquistò l’ Inghilterra di allora?
Era un musicista patriota, un anima incalzante che avrebbe voluto donare al mondo la sua arte per rallegrare ed ingentilire gli animi di tutto il mondo…
Se  noi oggi, a distanza di tanti anni da quei tempi e ne percorriamo la lunga carriera, attraverso le imprese direttoriali nelle Americhe, nel suo lungo periodo trascorso in quell’ Australia che ne tributò gli onori ed i successi, tanto da eleggerlo a musicista principale dell’ Esposizione internazionale di sydney nel 1879 – 80
Quel ragazzo che accompagnò le due donne con l’ ombrello in quella sera di pioggia ne aveva fatta di strada…

Per Milano era diventato il compositore della musica patriottica per eccellenza, lo Strauss attuale, colui che aveva speso una vita per esportare le bellezze della sua nazione…

In questo frattempo, anteriore alla sua prima opera lirica, il Giorza veniva osannato per il successo sia musicale che patriottico della famosa canzone “la bella gigogin” la cui musica era divenuta la protagonista della battaglia di Magenta nel 1859

Si dice che, sulle note di questa incalzante musica, le nostre truppe ottenessero la vittoria alla battaglia contro gli Austriaci, a Magenta, nel 1859
La popolarità del nostro protagonista raggiunse la massima vetta, quasi come il famoso Viva Verdi, motto citato spesso nella storia del Risorgimento italiano
Sono varie le descrizioni circa questa canzone famosissima ed esilarante, per cui ne parleremo più avanti, come del suo lungo periodo australiano

La figura del Giorza,  comincia a campeggiare anche nelle capitali europee, quali Vienna con il famoso balletto Die Gauklerin (la giocoliera) su coreografie di P. Borri e come anticipato precedentemente in Gran Bretagna ed a Parigi
Il 26 febbraio 1859 esordisce con il balletto Cleopatra al teatro alla Scala con la coreografia di Rota e la partecipazione della grande Assunta Razzanelli, ottenendo un grandioso successo

Seguì “Un’ avventura di carnevale” con Borri nel 1859 e rivedremo ancora “Rodolfo” ,poi il grandioso “Cleopatra” con Rota,  ottenendo circa 30 rappresentazioni  (un record per quei tempi) e va ricordato che in questo caso si ebbe anche la partecipazione del grande Efisio Catte (1806 – 1870)
A questo punto, terminerei questa breve carrellata sui balli fin qui rappresentati per dedicarmi al periodo in cui il nostro protagonista, sull’ onda del successo anche della “bella gigogin” si rivolse al teatro lirico con il primo melodramma da lui composto :
il “  Corrado console di Milano
Questo lavoro operistico, rappresentato al teatro alla Scala di Milano nel 1860, ebbe un successo di stima da parte della critica, ma non fu mai più replicato altre volte, perchè non ottenne un gran successo di pubblico
Probabilmente, la mancanza di affermazione di detta opera, fu dovuta anche alla compagine degli esecutori, non tutti di prima grandezza

Di tale melodramma, rimangono a noi due belle arie che rivelano la spinta patriottica che caratterizzò le altre musiche del compositore
Si tratta delle romanze : " sui campi irrompere"  e " O bel sol d' Italia mia " entrambi per voce di tenore

Sull' onda del successo della canzone popolare  " La bella Gigogin", la notorietà del nostro Paolo, dopo la battaglia di Magenta, cominciava ad aumentare in tutta Italia e superò anche i confini del nostro paese

I suoi balli, sempre più frequenti sulle scene teatrali, rievocavano spunti storici e famosi di molte vicende, dai diritti umani dei popoli alle libertà di vari paesi

La sua musica inebriante, con temi di valzer e polche, diede modo, ad un critico di quel tempo, di chiamarlo lo " Strauss italiano"

Tanto per precisare, la musica della canzone della " La bella Gigogin", con il suo ritmo incalzante, di cui Giorza compose la musica all' età di 16 anni, è ancora oggi  l' inno simbolo del Bersaglieri

Gli anni attorno al 1860, sono, per il nostro Paolo, un periodo di successi in varie città italiane ed anche europee

Scrivere per la regina vittoria ecc.

aggiungere pagine varie, inclusa bella gigogin

Il periodo 1865 - 70, vede Giorza veleggiare verso il continente americano, per raggiungere il favoloso Messico, là dove si era insediato l' imperatore absburgico Massimiliano e, le speranze per la diffusione musicale dall' Europa, sembrano realtà

Ma, ben presto, dopo l' uccisione di massimiliano, le speranze del nostro eroe musicista milanese, devono smorzarsi e, rifugiatosi nell' isola di Cuba, inizia un periodo di direzione orchestrale all' Avana

le sue qualità di conduttore orchestrale, si rivelano molto valide, facendo riscuotere al Giorza una grande popolarità anche nel mondo caraibico



composizione privata di CARLO LAMBERTI




 spartito su esposto fa parte della collezione privata Carlo Lamberti

vietata la riproduzione

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