sabato 16 gennaio 2016

Spartiti manoscritti e autografi di Paolo Giorza in collezione Carlo Lamberti (opera lirica Alba Barozzi)

Gli spartiti dell' opera in quattro atti dell' opera Alba Barozzi, si trovano nella collezione di Carlo Lamberti

Alba Barozzi, con musiche di Paolo Giorza ( 1832, Milano  - 1914, Seattle ) si avvale delle parole di A. Gislanzoni, librettista dell' Aida di Giuseppe Verdi

E' una vicenda del ' 300 veneziano

Le copertine degli spartiti per canto e piano, hanno l' intitolazione con scritte autografe di Paolo Giorza e sono manoscritti totalmente dallo stesso compositore

Carlo Lamberti, 2016









Riproduzione vietata, proprietà di Carlo Lamberti




lunedì 11 gennaio 2016

La partitura manoscritta dell' opera Alba Barozzi in collezione Carlo Lamberti

La rara ed unica partitura al mondo, totalmente autografa e manoscritta dell' opera Alba Barozzi di Paolo Giorza si trova nella collezione Carlo Lamberti

Trattasi di circa 120 pagine in misura molto grande e, speriamo che prestgo possa essere eseguita in un teatro famoso nel mondo

Fu composta nel 1884 su testo di A.Ghislanzoni e si svolge nel '300 veneziano

Opera lirica mai eseguita, la partitura e gli spartiti sono di proprietà privata di Carlo Lamberti

Paolo giorza è l' autore della musica de " La bella gigogin"












collezione e testo di Carlo Lamberti



lunedì 10 agosto 2015

Il lungo periodo australiano del compositore milanese Paolo Giorza (testo di Carlo Lamberti)

La particolare esistenza del compositore Paolo Giorza ( lo Strauss italiano) è quasi unica nel suo genere, sia come musicista che come emigrande italiano di cultura

Dopo aver entusiasmato le platee teatrali europee ed americane il nostro Paolo, pensò di espatriare verso il continente nuovissimo

L' Australia, per circa 12 anni, rappresentò probabilmente, per questo musicista, la terra promessa che osannò i suoi concerti con grande ammirazione

Ancora oggi, le biblioteche ufficiali del continente, conservano suoi manoscritti e, proprio a Sydney, Giorza eseguì la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi in prima assoluta per l' Australia

Si instaurò così il grande connubio  con il compositore parmense, che continuò molto oltre ...

Ebbe l' occasione di essere il deus ex-machina nell' organizzazione musicale dell' Expo di Sydney nel 1879- 80, con una certa sofferenza di invidia da parte dei musicisti australiani

Per l' occasione, compose una bellissima e monumentale Cantata, lasciando nella memoria storica del continente la famosa brillantezza italiana dei suoi balli e la bellezza dei suoi pezzi sacri

Ancora oggi, nelle più grandi biblioteche australiane, troviamo l' eco del suo passaggio e, così, chi avrebbe mai immaginato che da Desio a Sydney e Melbourne, nel lontano ottocento, il nome dell' Italia sarebbe stato così importante ?

L' attività di questo compositore milanese, in Australia, si dimostrò solerte ed apprezzata in tutte le sue espressioni, sia dal lato compositivo che interpretativo

Instancabile esecutore anche in qualità di pianista accompagnatore  e direttore d' orchestra, ispiratissimo, compose, in quegli anni messe, pezzi sacri e valzer di primaria importanza e bellezza

In quel continente, a tutt' oggi esistono molte sue composizioni, anche manoscritte, conservate nelle bilioteche ufficiali che meriterebbero di essere eseguite 

E' quasi impossibile, descrivere oggi, tutte le sue serate concertistiche svolte in quella terra dei canguri

Ci limiteremo a segnalare alcuni momenti che il Giorza, con i suoi numerosi concerti in quella terra lontana, operò 

Allegheremo, con il permesso del grande musicista R. Divall, mio amico e corrispondente da Melbourne, un elenco da lui gentilmente inviatomi con indicazioni di giornali di epoca in quel tempo

Continueremo a ricordare che, il nostro Paolo, eseguì in prima assoluta per quel paese, la famosa Messa da Requiem del compositore parmense Giuseppe Verdi




COMPOSIZIONE PRIVATA DI CARLO LAMBERTI
vietata la riproduzione

Più sotto, sempre per gentilezza del maestro R. Divall, esporremo l' incipit della sua bellissima composizione " Three Anthems for St. Francis Cathedral, Melbourne

Carlo lamberti, agosto 2015






















lunedì 13 luglio 2015


Il periodo che va dal 1853, primo importante esordio per il Giorza, fino al 1860 ( anno del debutto dell’ opera “Corrado console di Milano”, vede evolversi in maniera positiva il futuro del nostro giovane musicista milanese
Di successo in successo, vediamo un debutto continuo e frequente dei balli da lui musicati, sia al teatro alla Scala che in altri più o meno famosi
Dopo la buona riuscita dimostrata con le tante repliche del balletto “Shakespeare o Il sogno di una notte d’ estate”, andrà sulle scene, nel 1856, “Il Conte di Montecristo”
Quest’ ultimo, rappresentato quasi contemporaneamente sia alla Scala che alla Fenice di Venezia, si dimostrò un grandioso successo, ed ottenne fortuna anche al San Carlo di Napoli con il nome di Edmondo Dantes
La fama del compositore ormai cominciava ad estendersi in tutta la penisola e, probabilmente, le sue musiche brillanti suscitavano entusiasmo su entusiasmo
Altri, quali “La Giuocoliera”, “Il biricchino di Parigi”, ”Rodolfo” ed “Il pontoniere”, messi in scena nel giro di due anni circa, la dicevano lunga sulla popolarità che il maestro stesso godeva nel pubblico amante della musica danzata

Alla Fenice di Venezia, i suoi balli furono sovente accoppiati , nello stesso giorno ad opere di Giuseppe Verdi e, probabilmente il Giorza, memore di quei successi, potrebbe essersi ispirato alla città lagunare  per comporre la sua seconda opera “ Alba Barozzi “

Potrebbe essere accaduto così, dato che nel 1884, anno in cui fu stampato il libretto dell’ “Alba” con parole del Ghislanzoni, il nostro compositore decise di ambientare l’ opera lirica nella Venezia trecentesca

Per ciò che riguarda l’ammirazione per la città dei dogi, val la pena di ricordare alcuni abbinamenti dei suoi balletti con drammi lirici del compositore parmense, quali Lucilla con TraviataLa Giocoliera con Il TrovatoreSimon Boccanegra con I bianchi e Neri e Il Nabucco con Madamigella di lavallière, tanto per citarne alcuni…

In questo caso, il suo melodramma mai eseguito, potrebbe diventare il suo vero testamento musicale da lasciare ai posteri, nella speranza che potesse essere rappresentato in sua memoria, come cercheremo di fare…

Le sue musiche per danza, brillanti, con polke e valzer effervescenti venivano stampate da editori come Francesco Lucca e, così, potevano essere suonate a piacimento nelle famiglie italiane, rallegrandone i componenti

Milano era la vera meta sognata dai più importanti italiani che vedevano, nel teatro alla Scala il culmine massimo del trionfo, il luogo apice della carriera per poi avere trionfi in Parigi, Londra e Vienna
Il nostro giovane Paolo, sentiva pulsare in sé, un forte sentimento di italianità che probabilmente avrebbe desiderato proporre in altri paesi, maturando così un desiderio che non si sarebbe mai spento…


Da quella lontana e piccola Desio, desiderava, come tutti i giovani di allora, conoscere e viaggiare per il mondo, portando seco i valori ed i meriti del proprio paese…

Non avrebbe mai immaginato, come accadde poi, di divenire uno dei compositori italiani che emigrarono di più, per offrire i suoi servigi anche come direttore d’ orchestra, pianista ed organista di successo…

Ritornando alle sue musiche per ballo, ricorderemo la sua première al Teatro Riccardi di Bergamo, oggi chiamato Donizetti, agosto 1858, “l’ultimo abencerragio” con coreografia di Luigi Bretin, con Efisio Catte, in concomitanza con La ripresa della “Lucia di Lammermoor”
Anche Trieste nel suo teatro Grande, oggi rinominato Verdi,  con il ballo Florina (coreografo Palmerini)ebbe modo di tributare al Giorza un buon successo nella stagione di Carnevale 1858 – 59

Alla Pergola di Firenze, nella stagione di carnevale 1858 – 59 andava in scena il romantico “fior di Maria” con la celebre Taglioni, rielaborato sul romanzo I Misteri di Parigi di Eugenio Sue

Le sue musiche di danza venivano ormai rappresentati frequentemente ed il nome del compositore era sempre più altisonante ; andare a vedere una delle sue opere era come recarsi al Parco di Vienna per ascoltare la musica degli Strauss…

Anche nella città ducale per eccellenza, Parma,  i suoi balli venivano rappresentati  con  assiduità serale quali “ I bianchi e i negri” “il Giocatore”, “il Conte di Montecristo”, durante la stagione invernale

Parma era la città che aveva dato i natali a Ferdinando Paer, la capitale del Ducato ed una delle più popolose comunità urbane dell’ Emilia di allora, la stessa regione che aveva annoverato fra i suoi figli illustri il grande Giuseppe Verdi, genio assoluto del melodramma

Il teatro Regio, piccolo rispetto alla Scala, ma degno di una tradizione di melomani intenditori ed amanti della vera musica, tributava successi al nostro giovane compositore milanese quasi fosse una piccola Vienna
Dunque, le sue brillanti composizioni, conquistavano gli animi e gli umori in maniera del tutto positiva…
Chi era questo Giorza che accalorava gli animi del pubblico nelle sale dei più famosi teatri di allora ? Era, come lo definì un critico di allora, sulla Gazzetta musicale di Milano, lo Strauss italiano ?
Probabilmente si, e lo stanno a dimostrare i suoi lunghi valzer, quali questo Blumen aus italien (Fiori dall’ Italia) che la dice lunga sul desiderio di trasmettere il carattere musicale del nostro paese all’ estero  (ho lo spartito completo e potremmo inserirlo, sono circa 8 pagine interessanti)
Suonandolo, sembra di offrire agli ascoltatori un mazzo di fiori variopinto circondato dall’ alone di bellezza  e di profumi che emanano le meraviglie e la gentilezza dell’ Italia, quasi fosse un concerto di Capo d’ anno donato al mondo intero…

Che dire del suo Costantinopoli, omaggio alla civiltà euroasiatica, forse nella speranza di unire i popoli di un continente all’ altro…
L’ anima vera del Giorza, si trasmette al popolo italiano con le sue musiche ispirate a Garibaldi, a Cavour, a Vittorio Emanuele e con la sua famosa “ quadriglia all’ antica” con cui conquistò l’ Inghilterra di allora?
Era un musicista patriota, un anima incalzante che avrebbe voluto donare al mondo la sua arte per rallegrare ed ingentilire gli animi di tutto il mondo…
Se  noi oggi, a distanza di tanti anni da quei tempi e ne percorriamo la lunga carriera, attraverso le imprese direttoriali nelle Americhe, nel suo lungo periodo trascorso in quell’ Australia che ne tributò gli onori ed i successi, tanto da eleggerlo a musicista principale dell’ Esposizione internazionale di sydney nel 1879 – 80
Quel ragazzo che accompagnò le due donne con l’ ombrello in quella sera di pioggia ne aveva fatta di strada…

Per Milano era diventato il compositore della musica patriottica per eccellenza, lo Strauss attuale, colui che aveva speso una vita per esportare le bellezze della sua nazione…

In questo frattempo, anteriore alla sua prima opera lirica, il Giorza veniva osannato per il successo sia musicale che patriottico della famosa canzone “la bella gigogin” la cui musica era divenuta la protagonista della battaglia di Magenta nel 1859

Si dice che, sulle note di questa incalzante musica, le nostre truppe ottenessero la vittoria alla battaglia contro gli Austriaci, a Magenta, nel 1859
La popolarità del nostro protagonista raggiunse la massima vetta, quasi come il famoso Viva Verdi, motto citato spesso nella storia del Risorgimento italiano
Sono varie le descrizioni circa questa canzone famosissima ed esilarante, per cui ne parleremo più avanti, come del suo lungo periodo australiano

La figura del Giorza,  comincia a campeggiare anche nelle capitali europee, quali Vienna con il famoso balletto Die Gauklerin (la giocoliera) su coreografie di P. Borri e come anticipato precedentemente in Gran Bretagna ed a Parigi
Il 26 febbraio 1859 esordisce con il balletto Cleopatra al teatro alla Scala con la coreografia di Rota e la partecipazione della grande Assunta Razzanelli, ottenendo un grandioso successo

Seguì “Un’ avventura di carnevale” con Borri nel 1859 e rivedremo ancora “Rodolfo” ,poi il grandioso “Cleopatra” con Rota,  ottenendo circa 30 rappresentazioni  (un record per quei tempi) e va ricordato che in questo caso si ebbe anche la partecipazione del grande Efisio Catte (1806 – 1870)
A questo punto, terminerei questa breve carrellata sui balli fin qui rappresentati per dedicarmi al periodo in cui il nostro protagonista, sull’ onda del successo anche della “bella gigogin” si rivolse al teatro lirico con il primo melodramma da lui composto :
il “  Corrado console di Milano
Questo lavoro operistico, rappresentato al teatro alla Scala di Milano nel 1860, ebbe un successo di stima da parte della critica, ma non fu mai più replicato altre volte, perchè non ottenne un gran successo di pubblico
Probabilmente, la mancanza di affermazione di detta opera, fu dovuta anche alla compagine degli esecutori, non tutti di prima grandezza

Di tale melodramma, rimangono a noi due belle arie che rivelano la spinta patriottica che caratterizzò le altre musiche del compositore
Si tratta delle romanze : " sui campi irrompere"  e " O bel sol d' Italia mia " entrambi per voce di tenore

Sull' onda del successo della canzone popolare  " La bella Gigogin", la notorietà del nostro Paolo, dopo la battaglia di Magenta, cominciava ad aumentare in tutta Italia e superò anche i confini del nostro paese

I suoi balli, sempre più frequenti sulle scene teatrali, rievocavano spunti storici e famosi di molte vicende, dai diritti umani dei popoli alle libertà di vari paesi

La sua musica inebriante, con temi di valzer e polche, diede modo, ad un critico di quel tempo, di chiamarlo lo " Strauss italiano"

Tanto per precisare, la musica della canzone della " La bella Gigogin", con il suo ritmo incalzante, di cui Giorza compose la musica all' età di 16 anni, è ancora oggi  l' inno simbolo del Bersaglieri

Gli anni attorno al 1860, sono, per il nostro Paolo, un periodo di successi in varie città italiane ed anche europee

Scrivere per la regina vittoria ecc.

aggiungere pagine varie, inclusa bella gigogin

Il periodo 1865 - 70, vede Giorza veleggiare verso il continente americano, per raggiungere il favoloso Messico, là dove si era insediato l' imperatore absburgico Massimiliano e, le speranze per la diffusione musicale dall' Europa, sembrano realtà

Ma, ben presto, dopo l' uccisione di massimiliano, le speranze del nostro eroe musicista milanese, devono smorzarsi e, rifugiatosi nell' isola di Cuba, inizia un periodo di direzione orchestrale all' Avana

le sue qualità di conduttore orchestrale, si rivelano molto valide, facendo riscuotere al Giorza una grande popolarità anche nel mondo caraibico



composizione privata di CARLO LAMBERTI




 spartito su esposto fa parte della collezione privata Carlo Lamberti

vietata la riproduzione

giovedì 9 luglio 2015

Biografia di Paolo Giorza ( testo di Carlo Lamberti )

BIOGRAFIA DI PAOLO GIORZA

Capitolo primo (o atto primo)- (o scena prima, se scriviamo atto)

Quale fu la vera data di nascita del compositore milanese Paolo Giorza ?
Il 1837, quale scrisse nelle sue memori? autografe il librettista e compositore veneziano Angelo Zanardini e come fu stampato da un giornale australiano nel 1914 ?  
Oppure nel 1830, come appare inciso sulla sua tomba a Seattle nello stato americano del Washington?

No, nacque il giorno 11 novembre 1832 in Milano,  capitale del Lombardo-Veneto, patria del celeberrimo teatro Alla Scala, città natale di grandi personaggi della storia e dell’ arte nel mondo
A questo punto, analizzando gli svarioni storici, rileviamo un’ altra anomalia nelle date di importanti musicisti, quale quella scritta ottocentesca nella villa di Paganini a Gaione, vicino a Parma, in cui la morte del grande violinista genovese fu incisa : 1842
Tutti sappiamo che il violinista si spense a Nizza nel 1840
Il Regno Lombardo- Veneto di allora,  fu affidato a Francesco I d'Asburgo - Lorena, Imperatore d'Austria che governò attraverso un Viceré, con residenza a Milano e Venezia e, naturalmente, tutte le cariche furono di nomina regia
Per questa ragione i governanti erano affidati a personaggi austro-tedeschi e molti ufficiali erano stanziati in Italia ed i forestieri avevano il controllo pressochè assoluto sulla vita della regione
Intorno alla Milano di quel tempo abbiamo, raffigurate con precisione nei dipinti del pittore bresciano Angelo Inganni, meravigliose scene di vita cittadina rappresentanti il microcosmo di persone e mercanti nel coperto dei Figini, lungo le vie cittadine, nella zone dei navigli ecc.
 In coincidenza con la nascita di Giorza, si nota che Giuseppe Verdi  non viene ammesso agli studi nel conservatorio di Milano perché considerato troppo anziano, poiché, avendo 18 anni, superava l’ età massima dei 14 consentita per accedervi
Il grande  compositore parmense fu anche accusato di avere un’ errata tecnica nella postura della mano e, per giunta, straniero, provenendo dal Ducato di Parma

Il nostro protagonista, Paolo Giorza, aveva cominciato gli studi con il padre Luigi, miniaturista, baritono e organista; successivamente iniziò lo studio del contrappunto con Enrico La – Croix, buon musicista di quel tempo, autore anche di sonatine melodiche e varie composizioni didattiche
Proprio questo primo maestro di Giorza, va ricordato per un certo numero di trascrizioni e diteggiature su opere verdiane, di Donizetti e Bellini ed altri grandi operisti
Come tanti figli d‘arte, anche il nostro compositore, accompagnando spesso il padre nelle sue esecuzioni vocali, ereditò ben presto la passione per la musica
Per il suo talento precoce fu ammesso al conservatorio  musicale di Milano, ma, nel 1848, a causa della rivoluzione, non riuscì a frequentarlo
Con il ritorno degli austriaci, il padre, fervente patriota, fu mandato al confino nell’ allora paesello di Desio e, di conseguenza, tutta la famiglia al completo, si trasferì con lui
Il piccolo Paolo, avendo studiato armonia con il La – Croix e, sapendo suonare il pianoforte, con la guida dei consigli paterni, potè avvicinarsi anche ai classici italiani e stranieri in modo sufficiente da assimilarli
Dopo la scomparsa del padre, le condizioni economiche  peggiorarono, quasi al bisogno, creando non poche difficoltà a tutto il nucleo familiare
 Il giovane era così pieno di entusiasmo, di cultura e di buone maniere quali si confacevano ai suoi coetanei di ceto medio
Infervorato e volenteroso di carattere, il giovane, mostrò una maturità completa anzitempo e, conscio di non poter spendere oltre il minimo necessario, si recava a piedi a Milano per andare ad ascoltare buona musica in teatro
Il giovane Giorza, probabilmente, dirigendosi verso La Scala, sognava di diventare un protagonista in quel teatro, così famoso nel mondo e, affascinato dal vocìo delle persone in quel coperto dei Figini, dal traffico intenso in quella città lombarda, si dirigeva con entusiasmo verso quell’ edificio del Piermarini (2)
Come tutti i suoi coetanei sognava, anelava ad un grande futuro, nella speranza di viaggiare per scoprire nuovi paesi, sapori e costumi diversi, magari componendo musiche di varia estrazione, forse agognando di emulare la musica degli Strauss…
Giovane alto, con fisico slanciato, dotato di un buon orecchio ed amante della musica cosiddetta leggera, sperava di poter comporre un ballo da eseguire in quel tempio così importante, quale poteva essere il teatro Alla Scala
Chissà, essendo affascinato dall’ opera di Rossini, fantasticando  sulla bellezza della musica del finale di grande suggestione del Mosè, perché no, forse sognava di comporre anche un’ opera lirica ?
Avendo avuto il papà organista, sperava forse, un giorno, di musicare Messe , con miscele quasi orchestrali tipiche di quello strumento, tutto mantici e canne, capace di fornire grandi suggestioni…
Stranamente, la sua fortunata  carriera cominciò con la storia di un parapioggia e di un acquazzone :
In via Filodrammatici, mentre pioveva a catinelle, due donne (una ballerina con la madre) sulla porta d’ uscita del teatro alla Scala, erano in grande disagio per la mancanza di un ombrello
Il giovane Giorza, generoso, come lo fu tutta la vita, si offerse di accompagnarle ed ospitarle sotto il suo paracqua  fino alla loro abitazione e, qui giunte, le dame, lo invitarono a salire un poco per asciugarsi al caldo tepore del camino
In quella dimora piuttosto distinta, il nostro protagonista si trovò confuso e meravigliato per la signorilità dell ’arredamento di quell’ abitazione, tipico della Milano bene di allora e comprese che quella era una giornata diversa dalle altre…
In quell’ appartamento , mobili di una certa caratteristica signorile lombarda sormontati  da piccoli e svariati soprammobili di varia estrazione, lasciavano trasparire un certo benessere…

Le pareti della sala, ricoperte da dipinti con cornici dorate, raffiguravano scene di vita milanese e di ballerine in costume d’epoca, rendevano l’ idea di quella famiglia, rivelavano il benessere di quell’ insieme…
Lampadari e candelabri riccamente lavorati, con dorature e argentature completavano la dovizia di particolari e, il nostro Giorza intravvide il suo raggio di sole, la sua stella dell’ avvenire e si immaginò proiettato dai sogni nella realtà..
Al tepore del fuoco, sorseggiando una buona bevanda calda, i tre personaggi  entrarono nell’ argomento musicale dello spettacolo visto precedentemente al teatro e, di conversazione in conversazione, giunsero a parlare del nostro Paolo, dei suoi desideri e delle sue speranze future…
Le due donne, venute a conoscenza che il giovane musicista aveva bisogno di fare carriera, con grande umanità, promisero di presentarlo al famoso coreografo Rota (3) e così accadde
Giorni dopo, il buon Peroni(4) allora scenografo del teatro alla Scala, fece da intermediario ed il tutto fu presto combinato, anche perché il Rota cercava un musicista originale per i suoi balli e il desiderio del nostro Paolo, prese sempre più  forma reale…
Così, aveva inizio la carriera del nostro giovane compositore di balli e musiche danzate 
Il debutto iniziò poco dopo la metà del XIX secolo ed il primo fu, il ballo “Il giuocatore” in collaborazione con L.Madoglio e G.Bajetti, al teatro alla Canobbiana, nella primavera del 1853
Il nostro protagonista iniziava ormai a realizzare i suoi primi sogni e, non avrebbe mai immaginato che il possedere un ombrello al momento giusto sarebbe stata la sua fortuna
La “Canobbiana” fu uno storico secondo teatro di Milano che venne inaugurato il 21 agosto 1779 ( un anno dopo quello alla Scala) con musiche del compositore legnaghese Antonio Salieri (5)
Proprio in questo teatro, si ebbe, tra l’altro, la prima esecuzione, nel 1832, dell’ opera “L’ elisir d’ amore” di Gaetano Donizetti
Il nostro Giorza, valente compositore di musiche brillanti, conformi al suo carattere dinamicissimo, cominciava ad apparire come astro nascente sulla scena teatrale  meneghina
Questo ballo, porta in alto sulla Mascherata (tempo di galop), la dedica a stampa alla nobile Damigella Paolina Greppi
Era il 24 settembre del 1854 e, questa data si può veramente considerare come la scintilla che aprì, con la sua grande luminosità, al Giorza la porta del successo
Fu messo in scena con la collaborazione di A. Mussi, valente musicista, quello famoso per la danza zingaresca nel ballo di Don Cesar de Bazan
Il suo primo vero successo, il raggio di sole che illuminò la carriera del giovane Giorza, fu però “ Un Fallo ”, originale composizione per ballo di scena che vide il debutto nel grande tempio della musica quale il teatro alla Scala
Il nostro giovanotto, lo scarpinatore che andava da Desio a Milano, l’ allievo di Enrico La-Croix, il figlio del baritono e miniaturista Luigi si avviava ad un avvenire di grande successo…
Paolo  viveva e passava quasi tutto il suo tempo, fra esercitazioni pianistiche di varia estrazione, nella speranza di un sole radioso, nella bellezza di un mondo musicale che, aprendosi ai cuori deli suoi conoscenti, avrebbe donato a tutti felicità…
Finalmente le sue note musicali erano risuonate nel più famoso teatro del mondo, La Scala, ed il grande sogno della sua vita si realizzava, rinsaldando sempre più la collaborazione con il grande coreografo Rota dai risultati sempre più incoraggianti
Certo che vedersi applaudito in un tempio della musica così importante  come nell’ edificio del Piermarini, lo riempiva di gioia e di speranza, facendo risuonare la sua musica capace di appassionare anche le persone più semplici…
Con quell’ entusiasmo giovanile chi mai sarebbe potuto diventare ?
Avrebbe voluto conoscere il mondo intero ed aiutare tutti i popoli che aspiravano alla libertà, nobile desiderio per gli esseri umani di tutti i tempi
Il nostro protagonista constatando che il suo nome appariva magicamente sui manifesti e nelle bacheche di quel teatro che aveva già visto transitare al suo interno 







Atto III per canto e pf dell' opera ALBA BAROZZI di Paolo Giorza
in collezione privata di Carlo Lamberti

vietata la riproduzione

martedì 7 luglio 2015

Il ritrovamento dell' opera lirica Alba Barozzi di Paolo Giorza ( collezione Carlo Lamberti)

Finalmente , dopo tanto tempo, sono riuscito a tirare quel cassetto...

Una nube di polvere d’anni, quasi una “bomba” tossica, mi riempì il viso ed anche le parti superiori degli abiti che avevo addosso …

Subito sono corso davanti allo specchio e, constatai che sembravo più uno scienziato al quale era scoppiato davanti un alambicco di ritrovamento chimico che ad un operaio di strade polverose... 

Quel cassetto, rimasto chiuso per tanto tempo, mi aveva ridonato un tesoro : un insieme di manoscritti musicali che avevo messo lì tanti anni prima…

Emozionato e trepidante, come un innamorato al primo appuntamento, o come un fanciullo che la notte di Natale, attende  i regali che gli porterà il Bambino Gesù ai piedi del letto, avevo il cuore che batteva fortemente ...

Avevo davanti a me il ritrovamento di un’ opera manoscrittaautografa e musicata dal compositore Paolo Giorza ; la speranza, o forse, nel sogno dell’autore, di aver composto il suo capolavoro, il suo "canto del cigno" !

Chissà se, quel musicista, dopo aver terminato un così monumentale melodramma in quattro atti, avesse sperato di ottenere un grande successo nei maggiori teatri del mondo...
Probabilmente si, anche nella speranza di riscattare il suo passato non da operista, ma da musicista di balli e balletti, dall' ispirazione a soggeti storici e fantastici, quale esempio di ardita modernità per allora...


Con l'opera, si era ispirato ad una tragedia accaduta nell’ antica Venezia, “une ville” costruita sull’ acqua come non mai, una splendida repubblica marinara,  laregina del Mediterraneo, il cosiddetto “Mare Nostrum”…

Non oso immaginare la senzazione di un artista che, già in età matura, terminando un dramma lirico con parole e musica verso la fine di un secolo che aveva prodotto compositori come Verdi, Bellini, Rossini, Donizetti e così via, cosa potesse pensare...


A volte, presumo, quanta fatica ed evoluzione mentale, possa aver fatto un artista per dedicarsi a tradurre in note una vicenda storica o leggendaria così remota, dando una personale caratteristica armonica e melodica ad ogni personaggio…

Se guardiamo uno spartito e osserviamo quelle “cigliegine” che si chiamano note, a volte a grappolo, come si può immaginare che quei frutti su quel pentagramma, diano tanta felicità in chi le suona e in chi le ascolta !

Ora, soffiando sulla polvere che ricopriva quella copertina del manoscritto, si leggeva bene il nome : Alba Barozzi, atto I, Paolo Giorza, su una specie di libro quaderno foderato all'antica


Il mio entusiasmo prendeva maggiormente tendenza, quando, dopo tanti anni di abbandono in un cassetto, veniva alla luce, un inedito musicale, magari per avere una rapprentazione in un famoso teatro del mondo, oltre cento anni dopo, quale riscoperta mondiale di un ritrovamento storico !


Qui davanti, scorro le paginone per orchestra di quell’ opera, l’Alba Barozzi dei miei progetti, la risoluzione del più grande sogno nel cassetto, rinchiuso  in quella custodia plasticata che lo ha avvolto nella polvere per tanto tempo…

Come un antico castellano che conserva le cose di valore, mi sembrava di rivivere la scoperta di un manoscritto che, forse, poteva essere il sogno di un compositore, il suo canto del cigno, quasi un Mahler od uno Schubert nell '‘ ispirazione delle loro sinfonie incompiute !!!


Mi pareva quasi di essere divenuto l’anima del Giorza, trasmessami come per incanto divino, quasi ne fossi divenuto l'esecutore testamentario del proprio desiderio inappagato...

Mi accorgevo che era giunto il momento di rispolverare quel tesoro manoscritto e, davanti alla monumentale opera che mi trovavo fra le mani, ne intravvedevo già la rappresentazione sulle scene...

In quella platee teatrali, corredate dagli storici palchi della Scala o del Metropolitan, magari nell’ Opera House di Sidney, ascoltare quel dipinto di note tradotto in delizia sonora, con un direttore d’ orchestra famoso, in quel buio silenzioso della sala, dirigere la massa orchestrale con notevole maestria…


Il primo atto, già quasi tutto orchestrato nei lontani anni del fine ottocento, mi trasmetteva un’emozione impagabile, un risveglio di un’epoca lontana, ma sempre presente...

Fra gli strumenti di quell’ inizio, si potevano leggere le scritte: soprano, contralto, tenore, basso, poi il coro, la campana, l’insieme dei violini primi e secondi, in un’assonanza meravigliosa !!!

Mi pareva di rivivere la gioia che un archeologo prova nella scoperta del ritrovamento di un reperto in uno scavo, forse interpretavo l’anima ed il pensiero di un Toscanini al completamento dell’opera Nerone del Boito !

Penso, nella mia poca conoscenza, che l’orchestrazione magari è da rivedere e completare (gioia immensa per un musicista), quasi un Alfano al completamento dell’opera Turandot del grande Puccini ...

La parte vocale, mi sembra bella ed entusiasmante, e, corredata da una giusta orchestrazione (magari anche moderna), produrrebbe, all’ascolto in una grande sala teatrale, un’esplosione musicale inebriante, capace di donarci la sensazione della febbre dei 42 ° gradi (quei famosi brividi che ci danno la gioia)

Stavo vivendo un momento di magìa o era quasi una realtà, per modo che vedevo trasformarsi quel fiume di note in una consolidata apoteosi sonora, quasi una glorificazione di un lavoro che avera richiesto un lungo tempo per essere compiuto ?


Sfogliando quei paginoni, ripieni di pezzi solistici e corali così ben congegnati, mi facevano rivivere compositori come Schubert che erano capaci di orchestrare direttamente i loro capolavori in modo diretto, magari in un bosco, all’ ombra di un albero all'inizio della primavera, dove le varie fioriture sfoggiano un multicromatismo di una bellezza così completa da rimanere estasiati…

Ma forse e, questo non potevo ancora saperlo,  avevo davanti ai miei occhi meravigliati un poema incompiuto come la famosa sinfonia di Schubert , terminata da Henri Ryder nel 1928, in ricorrenza del primo centenario della morte del grande compositore austriaco ?


Presumibilmente, era la decima sinfonia di Mahler, e, perché no, la Turandot del grande Puccini, quando, nell’esecuzione scaligera del 1926, sotto la bacchetta di Toscanini, l’orchestra fu fermata nel punto in cui il grande musicista lucchese abbandonò l’opera ?

Non ero per caso davanti ad un pezzo verdiano rinvenuto a sant’ Agata di Busseto, nel famoso baule di manoscritti di Giuseppe Verdi, quale scrigno e tesoro delle fantasie incompiute di quel grande musicista ?

No, non ero d’ innanzi al ritrovamento di uno scrigno da galeone spagnolo ritrovato nei fondali marini del mar caraibico, ma avevo comunque  ricuperato un tesoro della genialità umana, con riferimenti storici armonizzati…

Era giunto il momento di darlo alle stampe e illuminare, nonché rinverdire la figura di un compositore milanese che era emigrato, aveva riscosso successi mondiali e, prima di ritirarsi in quella lontana Seattle, sulla riva dell' oceano Pacifico, aveva pensato di musicare il trecento veneziano


Il nostro Risorgimento a lui doveva la vittoria di Magenta, nel lontano 1859, che, con la famosa canzone “la bella Gigogin”, esaltò le truppe franco-piemontesi che sconfissero gli austriaci liberando il nostro paese dal giogo dell’ oppressore, contribuendo alla fondazione del Regno d’ Italia !

Finalmente, quest’ opera, tanto cercata dai musicofili e appassionati, esisteva, con le sue arie e, probabilmente, con le sue sorprese !

testo di proprietà Carlo Lamberti




Qui sotto, originale manoscritto totalmente utografo dell'atto II dell' opera 
Alba Barozzi 
(del compositore milanese Paolo Giorza (colui che musicò la Bella Gigogin)   nella collezione privata di Carlo Lamberti


Vietata la riproduzione del pezzo sopra 

(collezione privata di Carlo lamberti)




Collezione privata di Carlo lamberti