giovedì 9 luglio 2015

Biografia di Paolo Giorza ( testo di Carlo Lamberti )

BIOGRAFIA DI PAOLO GIORZA

Capitolo primo (o atto primo)- (o scena prima, se scriviamo atto)

Quale fu la vera data di nascita del compositore milanese Paolo Giorza ?
Il 1837, quale scrisse nelle sue memori? autografe il librettista e compositore veneziano Angelo Zanardini e come fu stampato da un giornale australiano nel 1914 ?  
Oppure nel 1830, come appare inciso sulla sua tomba a Seattle nello stato americano del Washington?

No, nacque il giorno 11 novembre 1832 in Milano,  capitale del Lombardo-Veneto, patria del celeberrimo teatro Alla Scala, città natale di grandi personaggi della storia e dell’ arte nel mondo
A questo punto, analizzando gli svarioni storici, rileviamo un’ altra anomalia nelle date di importanti musicisti, quale quella scritta ottocentesca nella villa di Paganini a Gaione, vicino a Parma, in cui la morte del grande violinista genovese fu incisa : 1842
Tutti sappiamo che il violinista si spense a Nizza nel 1840
Il Regno Lombardo- Veneto di allora,  fu affidato a Francesco I d'Asburgo - Lorena, Imperatore d'Austria che governò attraverso un Viceré, con residenza a Milano e Venezia e, naturalmente, tutte le cariche furono di nomina regia
Per questa ragione i governanti erano affidati a personaggi austro-tedeschi e molti ufficiali erano stanziati in Italia ed i forestieri avevano il controllo pressochè assoluto sulla vita della regione
Intorno alla Milano di quel tempo abbiamo, raffigurate con precisione nei dipinti del pittore bresciano Angelo Inganni, meravigliose scene di vita cittadina rappresentanti il microcosmo di persone e mercanti nel coperto dei Figini, lungo le vie cittadine, nella zone dei navigli ecc.
 In coincidenza con la nascita di Giorza, si nota che Giuseppe Verdi  non viene ammesso agli studi nel conservatorio di Milano perché considerato troppo anziano, poiché, avendo 18 anni, superava l’ età massima dei 14 consentita per accedervi
Il grande  compositore parmense fu anche accusato di avere un’ errata tecnica nella postura della mano e, per giunta, straniero, provenendo dal Ducato di Parma

Il nostro protagonista, Paolo Giorza, aveva cominciato gli studi con il padre Luigi, miniaturista, baritono e organista; successivamente iniziò lo studio del contrappunto con Enrico La – Croix, buon musicista di quel tempo, autore anche di sonatine melodiche e varie composizioni didattiche
Proprio questo primo maestro di Giorza, va ricordato per un certo numero di trascrizioni e diteggiature su opere verdiane, di Donizetti e Bellini ed altri grandi operisti
Come tanti figli d‘arte, anche il nostro compositore, accompagnando spesso il padre nelle sue esecuzioni vocali, ereditò ben presto la passione per la musica
Per il suo talento precoce fu ammesso al conservatorio  musicale di Milano, ma, nel 1848, a causa della rivoluzione, non riuscì a frequentarlo
Con il ritorno degli austriaci, il padre, fervente patriota, fu mandato al confino nell’ allora paesello di Desio e, di conseguenza, tutta la famiglia al completo, si trasferì con lui
Il piccolo Paolo, avendo studiato armonia con il La – Croix e, sapendo suonare il pianoforte, con la guida dei consigli paterni, potè avvicinarsi anche ai classici italiani e stranieri in modo sufficiente da assimilarli
Dopo la scomparsa del padre, le condizioni economiche  peggiorarono, quasi al bisogno, creando non poche difficoltà a tutto il nucleo familiare
 Il giovane era così pieno di entusiasmo, di cultura e di buone maniere quali si confacevano ai suoi coetanei di ceto medio
Infervorato e volenteroso di carattere, il giovane, mostrò una maturità completa anzitempo e, conscio di non poter spendere oltre il minimo necessario, si recava a piedi a Milano per andare ad ascoltare buona musica in teatro
Il giovane Giorza, probabilmente, dirigendosi verso La Scala, sognava di diventare un protagonista in quel teatro, così famoso nel mondo e, affascinato dal vocìo delle persone in quel coperto dei Figini, dal traffico intenso in quella città lombarda, si dirigeva con entusiasmo verso quell’ edificio del Piermarini (2)
Come tutti i suoi coetanei sognava, anelava ad un grande futuro, nella speranza di viaggiare per scoprire nuovi paesi, sapori e costumi diversi, magari componendo musiche di varia estrazione, forse agognando di emulare la musica degli Strauss…
Giovane alto, con fisico slanciato, dotato di un buon orecchio ed amante della musica cosiddetta leggera, sperava di poter comporre un ballo da eseguire in quel tempio così importante, quale poteva essere il teatro Alla Scala
Chissà, essendo affascinato dall’ opera di Rossini, fantasticando  sulla bellezza della musica del finale di grande suggestione del Mosè, perché no, forse sognava di comporre anche un’ opera lirica ?
Avendo avuto il papà organista, sperava forse, un giorno, di musicare Messe , con miscele quasi orchestrali tipiche di quello strumento, tutto mantici e canne, capace di fornire grandi suggestioni…
Stranamente, la sua fortunata  carriera cominciò con la storia di un parapioggia e di un acquazzone :
In via Filodrammatici, mentre pioveva a catinelle, due donne (una ballerina con la madre) sulla porta d’ uscita del teatro alla Scala, erano in grande disagio per la mancanza di un ombrello
Il giovane Giorza, generoso, come lo fu tutta la vita, si offerse di accompagnarle ed ospitarle sotto il suo paracqua  fino alla loro abitazione e, qui giunte, le dame, lo invitarono a salire un poco per asciugarsi al caldo tepore del camino
In quella dimora piuttosto distinta, il nostro protagonista si trovò confuso e meravigliato per la signorilità dell ’arredamento di quell’ abitazione, tipico della Milano bene di allora e comprese che quella era una giornata diversa dalle altre…
In quell’ appartamento , mobili di una certa caratteristica signorile lombarda sormontati  da piccoli e svariati soprammobili di varia estrazione, lasciavano trasparire un certo benessere…

Le pareti della sala, ricoperte da dipinti con cornici dorate, raffiguravano scene di vita milanese e di ballerine in costume d’epoca, rendevano l’ idea di quella famiglia, rivelavano il benessere di quell’ insieme…
Lampadari e candelabri riccamente lavorati, con dorature e argentature completavano la dovizia di particolari e, il nostro Giorza intravvide il suo raggio di sole, la sua stella dell’ avvenire e si immaginò proiettato dai sogni nella realtà..
Al tepore del fuoco, sorseggiando una buona bevanda calda, i tre personaggi  entrarono nell’ argomento musicale dello spettacolo visto precedentemente al teatro e, di conversazione in conversazione, giunsero a parlare del nostro Paolo, dei suoi desideri e delle sue speranze future…
Le due donne, venute a conoscenza che il giovane musicista aveva bisogno di fare carriera, con grande umanità, promisero di presentarlo al famoso coreografo Rota (3) e così accadde
Giorni dopo, il buon Peroni(4) allora scenografo del teatro alla Scala, fece da intermediario ed il tutto fu presto combinato, anche perché il Rota cercava un musicista originale per i suoi balli e il desiderio del nostro Paolo, prese sempre più  forma reale…
Così, aveva inizio la carriera del nostro giovane compositore di balli e musiche danzate 
Il debutto iniziò poco dopo la metà del XIX secolo ed il primo fu, il ballo “Il giuocatore” in collaborazione con L.Madoglio e G.Bajetti, al teatro alla Canobbiana, nella primavera del 1853
Il nostro protagonista iniziava ormai a realizzare i suoi primi sogni e, non avrebbe mai immaginato che il possedere un ombrello al momento giusto sarebbe stata la sua fortuna
La “Canobbiana” fu uno storico secondo teatro di Milano che venne inaugurato il 21 agosto 1779 ( un anno dopo quello alla Scala) con musiche del compositore legnaghese Antonio Salieri (5)
Proprio in questo teatro, si ebbe, tra l’altro, la prima esecuzione, nel 1832, dell’ opera “L’ elisir d’ amore” di Gaetano Donizetti
Il nostro Giorza, valente compositore di musiche brillanti, conformi al suo carattere dinamicissimo, cominciava ad apparire come astro nascente sulla scena teatrale  meneghina
Questo ballo, porta in alto sulla Mascherata (tempo di galop), la dedica a stampa alla nobile Damigella Paolina Greppi
Era il 24 settembre del 1854 e, questa data si può veramente considerare come la scintilla che aprì, con la sua grande luminosità, al Giorza la porta del successo
Fu messo in scena con la collaborazione di A. Mussi, valente musicista, quello famoso per la danza zingaresca nel ballo di Don Cesar de Bazan
Il suo primo vero successo, il raggio di sole che illuminò la carriera del giovane Giorza, fu però “ Un Fallo ”, originale composizione per ballo di scena che vide il debutto nel grande tempio della musica quale il teatro alla Scala
Il nostro giovanotto, lo scarpinatore che andava da Desio a Milano, l’ allievo di Enrico La-Croix, il figlio del baritono e miniaturista Luigi si avviava ad un avvenire di grande successo…
Paolo  viveva e passava quasi tutto il suo tempo, fra esercitazioni pianistiche di varia estrazione, nella speranza di un sole radioso, nella bellezza di un mondo musicale che, aprendosi ai cuori deli suoi conoscenti, avrebbe donato a tutti felicità…
Finalmente le sue note musicali erano risuonate nel più famoso teatro del mondo, La Scala, ed il grande sogno della sua vita si realizzava, rinsaldando sempre più la collaborazione con il grande coreografo Rota dai risultati sempre più incoraggianti
Certo che vedersi applaudito in un tempio della musica così importante  come nell’ edificio del Piermarini, lo riempiva di gioia e di speranza, facendo risuonare la sua musica capace di appassionare anche le persone più semplici…
Con quell’ entusiasmo giovanile chi mai sarebbe potuto diventare ?
Avrebbe voluto conoscere il mondo intero ed aiutare tutti i popoli che aspiravano alla libertà, nobile desiderio per gli esseri umani di tutti i tempi
Il nostro protagonista constatando che il suo nome appariva magicamente sui manifesti e nelle bacheche di quel teatro che aveva già visto transitare al suo interno 







Atto III per canto e pf dell' opera ALBA BAROZZI di Paolo Giorza
in collezione privata di Carlo Lamberti

vietata la riproduzione

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